Vuoi mangiare di meno?
Allora dormi.
Indicazione apparentemente banale. Tutti dormono. Ma la qualità del sonno è in progressivo peggioramento e circa il 30% degli italiani lamenta un sonno di poche ore a notte.
Eppure che dormire meno di 7 ore sia collegato a un peggioramento delle condizioni di salute ormai è noto.
Ed è altrettanto nota la relazione tra un sonno scarso e un maggiore rischio di obesità. Così confermato, da stimolare i turnisti che lavorano di notte a recuperare il più possibile il sonno notturno perso con un recupero durante il giorno.
Sembra quindi logicamente intuibile che dormire di più possa indurre a mangiare di meno. Eppure è solo di pochi giorni fa una pubblicazione che lo conferma.
Uno studio infatti, condotto da novembre 2014 a ottobre 2020, ha reclutato 80 partecipanti di compresa tra i 21 e i 40anni, in sovrappeso, con indice di massa tra 25 e 29.9 e abituati a dormire meno di 6.5 ore a notte.
Una parte di loro è stata usata come gruppo di controllo, quindi studiata senza modificare le abitudini. Una parte ha invece seguito delle pratiche di igiene del sonno, aumentando il riposo notturno a 8.5 ore.
L’aumento del sonno di 1.2 ore non ha portato a nessun cambiamento nel consumo energetico, come a dire che stare svegli da sedentari o dormire consuma allo stesso modo, ma ha ridotto l’apporto di cibo di 270 kcal al giorno – praticamente un piatto di pasta da 80g.
Calorie da poco se pensate su una singola giornata, ma che proiettate in 3.5 anni significano un aumento di peso di 12.5kg.
Conferma forte quindi della relazione tra mancanza di sonno e desiderio e consumo di cibo ed evidenza ulteriore per suggerire un sonno adeguato nei soggetti in sovrappeso o obesi.
… e come per tutte le buone pratiche, senza tanti dati scientifici, basta guardare al passato e alla nostra solida storia: la bella addormentata nel bosco era magra.
Buon sonno!
Photo courtesy of Gratisography