Vitamina D e cervello
Aumenta l’aspettativa di vita, ma non sempre la qualità della vita permette di godere degli anni guadagnati in più. A preoccupare, soprattutto il declino cognitivo.
Per il 2050, le previsioni ipotizzano oltre 150 milioni di casi di demenza, con un incremento 6 volte maggiore dal 2019.
Da cui quindi l’urgenza di identificare strategie di prevenzione per ridurre l’impatto di malattie come l’Alzheimer e similari neurodegenerative.
La prevenzione si poggia sulla conoscenza dei fattori coinvolti, quindi, a cosa è associato il declino cognitivo?
Alla mancanza di sonno, che impedisce di convertire le informazioni a breve termine in memoria a lungo temine.
Alla mancanza di attività fisica che non stimola sinapsi e fattori di crescita cerebrali.
Alla mancanza di affetti, in grado di ridurre i fattori di stress della vita quotidiana.
Alla eccessiva e smodata alimentazione, che infiamma e ostruisce le arterie.
Allo scarso consumo di frutta e verdura, in grado di mantenere sotto controllo i livelli di omocisteina, marcatore di infiammazione anche cerebrale.
Fino a qui dati in qualche modo noti. Magari non applicati o sottostimati, ma noti.
Di recente scoperto invece il possibile ruolo della vitamina D a livello cerebrale. Vitamina che è associata alla stabilità delle ossa, dei muscoli, alla competenza del sistema immunitario. Ma fino ad oggi non si sapeva se fosse presente nel cervello, ed eventualmente quali fossero le concentrazioni da considerare ottimali.
Un recente studio ha esaminato campioni di tessuto cerebrale da 290 persone la cui funzione cognitiva è stata monitorata prima e durante il declino cognitivo. E’ emerso che la vitamina D è presente nel tessuto cerebrale e che le persone con più alte concentrazioni di tale vitamina D nel cervello hanno una maggiore funzione cognitiva prima della morte.
Ovviamente si tratta di un primo studio in tal senso e ulteriori indagini sono necessarie, ma ipotizzare che il sole faccia bene anche al cervello…non è male!