Ti senti ingabbiato in abitudini non sane?
Cambiare abitudini non è facile. Lo sa il lupo che perde il pelo e non il vizio e lo sanno autori che alle abitudini hanno dedicato aforismi e pensieri, da Bukowski per cui la gente si aggrappa all’abitudine come ad uno scoglio, quando invece dovrebbe staccarsi e buttarsi in mare. E vivere; a Martha Medeiros che racconta come Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
E dal momento che siamo ciò che facciamo ripetutamente, vale la pena soffermarci a fotografare quali abitudini ci caratterizzano per capire chi stiamo diventando.
Così se ci ritroviamo sedentari, in ansia, relegati in ambienti indoor, annoiati, un po’ depressi, fumatori, innamorati del divano ed emotivamente legati al frigorifero …forse da qualche scoglio varrebbe la pena staccarci.
E nel caso mancassero razionali scientifici di supporto, da ricordare che il 61% delle morti si considera evitabile, cambiando gli stili di vita.
Passando dalla prevenzione di cardiopatie, diabete e tumori, a più sottili meccanismi che fanno sì che movimento e dieta siano considerati più efficaci dei farmaci per le depressioni lievi, così come per la perdita di memoria e demenza.
E dal momento che le energie di ognuno sono limitate, meglio selezionare alcuni obiettivi semplici e raggiungibili. E poi valutare di aggiungerne altri solo progressivamente.
Obiettivi non troppo complicati, che hanno un importante impatto sulla salute – una sorta di resa in banca al 110% – possono essere:
– 1-1.5l di acqua al giorno, così da garantire pulizia e funzionalità di base;
– 1 frutto di stagione + 1 piatto di verdure crude prima di ogni pasto, per vitamine, fibra e acido folico, che contrastando l’omocisteina ritarda la demenza e permette di programmare i cambiamenti successivi. Cosa impossibile ovviamente se la demenza evolvesse.
– 30 minuti di camminata al giorno, con obiettivo caffè in un bar più lontano, o spesa con prima giretto salute. Non è sport. E’ una semplice attivazione neurologica e circolatoria. Per ricordarci che siamo vivi.
E poi da qui, da vivi, tutto diventa più possibile!
Buoni cambiamenti.