Pressione e ossa: due piccioni con una fava
In questo caso la fava è una dieta. Coerenza assoluta quindi.
E i piccioni sono uno l’ipertensione, l’altro l’osteoporosi. La prima è un importante fattore di rischio cardiovascolare, principale causa di morte nel Mondo, con la seconda si vive in pessime condizioni. L’osteoporosi è infatti una malattia subdola, che – senza sintomi – progressivamente intacca la fragilità delle ossa e così traumi anche minimi diventa causa di rotture di vertebre, femore, polso, omero, caviglia. E la qualità della vita immediatamente peggiora, portando all’immobilizzazione o comunque a una forte riduzione della mobilità. Oggi in Italia, ne sono affetti circa 5.000.000 di persone, il 23% delle donne oltre i 40 anni e il 14% degli uomini con più di 60 anni, con numeri che sono in continua crescita, in relazione all’aumento dell’aspettativa di vita (1).
I tasselli delle ossa sane anche in età avanzata si posizionano in età giovanile e si riavvitano durante tutto l’arco della vita, con una costante attività fisica e un’alimentazione adeguata. Della prima abbiamo già trattato (si veda in merito E vissero per sempre forti e resistenti).
Oggi, invece, l’attenzione è sulla dieta.
E’ infatti stato pubblicato questa settimana uno studio (2) che ha indagato tra le diete già considerate sane come la DASH, per ridurre l’ipertensione, la AHEI-2010 e la mediterranea, entrambe per diminuire il rischio di malattie cronico-degenerative, quale avesse anche un ruolo di prevenzione sulla densità ossea e quindi sul rischio di osteoporosi.
I soggetti studiati, per il 71% donne, di età compresa tra i 45 e i 75 anni, sono stati 880 portoricani, non più abitanti ai Caraibi, ma nell’area metropolitana di Boston, e che di recente sono risultati più ad alto rischio di osteoporosi (3) rispetto ad altri soggetti di pari età.
I partecipanti sono stati sottoposti a densitometria ossea per valutare la salute delle ossa e sono stati indagati sulle abitudini alimentari. E’ emerso che tutte e tre le diete risultano protettive per la salute ossea, ma la dieta DASH è stata più efficace nel mantenere una buona densità a livello del femore, dell’anca e della colonna. In particolare nelle donne in postmenopausa.
Quindi vince la dieta DASH, acronimo per Dietary Approaches to Stop Hypertension, sviluppata negli USA intorno agli anni ’90 per abbassare la pressione sanguigna senza farmaci. In maniera simile ad altre diete: abbondanza di frutta, verdura, cereali integrali, latte a basso contenuto di grassi, carni magre, pesce, frutta secca e legumi. Il carattere distintivo: la forte riduzione dell’utilizzo di sale in aggiunta ai cibi e l’impiego di cibi conservati e quindi salati. A conferma della correlazione – già evidenziata negli anni ’80 – tra consumo elevato di sale e aumento dell’eliminazione del calcio per via urinaria, con ossa demineralizzate e più fragili (4).
Quindi pressione più bassa e ossa più sane. I due piccioni.
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