Peperoncino e Cancro
Nonostante i recenti progressi nelle terapie, il cancro è ancora la seconda causa di morte negli Stati Uniti e una delle principali cause di malattia e mortalità in tutto il mondo.
La crescita tumorale è un processo a più stadi che si verifica generalmente per un lungo periodo di tempo. Le cellule tumorali acquisiscono capacità uniche che la maggior parte delle cellule sane non possiede. Ad esempio, diventano resistenti ai segnali inibitori della crescita, proliferano senza dipendere da fattori stimolatori, replicano senza limiti, eludono la morte cellulare, acquisiscono proprietà invasive e riescono a formare nuovi vasi per potersi alimentare.
A causa dell’invasività, della tossicità e della parziale inefficacia degli attuali approcci terapeutici, si registra un crescente interesse nell’utilizzo di composti naturali e dietetici per la prevenzione e il trattamento del cancro.
Negli ultimi decenni, le sostanze fitochimiche che si trovano in frutta, verdura, cereali integrali, spezie e tè sono stati oggetto di diversi studi nel campo della chemioprevenzione perché presentano diversi effetti inibitori contro l’iniziazione, la promozione, la progressione e la metastasi del cancro. Inoltre, sono facilmente reperibili, poco costosi e generalmente non tossici.
Di recente, la capsaicina, alcaloide abbondante nel peperoncino, è stata oggetto di un approfondito lavoro di revisione, che ne ha confermato il ruolo anti-tumorale.
Questa spezia sembra infatti in grado di alterare l’espressione dei geni coinvolti nella sopravvivenza delle cellulare cancerogene, con azioni sulla crescita tumorale, sulla formazione di nuovi vasi, sulle metastasi.
In questa revisione l’attenzione dei ricercatori è focalizzata sui suoi complicati meccanismi di azione, che se non sempre comprensibili per i non addetti ai lavori, ne raccontano comunque la validità nella complessità della nostra fisiologia.
Quindi…buon peperoncino a tutti!