Musica durante lo sport?
La musica rappresenta un aspetto fondamentale dell’evoluzione e della cultura umana, antecedente alla comunicazione verbale e presente in tutte le società, dalle più primitive alle più avanzate.
Ha scandito e scandisce tuttora la vita quotidiana: è parte integrante di cerimonie di iniziazione, di matrimoni e funerali; le madri la utilizzano istintivamente per confortare i figli e i militari per coordinare le marce e infondere coraggio e ardore nelle cariche in battaglia.
Così fondamentale per la condizione umana da far dichiarare a Friedrich Nietzsche che senza musica la vita sarebbe un errore.
E in ambito sportivo, l’errore sarebbe non sfruttare le potenzialità che le note musicali potrebbero avere sulle prestazioni.
Il 18 febbraio 1998, l’atleta etiope Haile Gebrselassie ha sbalordito concludendo in 4:52.86 una gara di 2000 m e raccontando di aver sincronizzato la sua cadenza di corsa con il ritmo della canzone Scatman.
E prima di lui, in ambito di ricerca, Ayres nel 1911 aveva osservato che in una 6 giorni di ciclismo su pista gli atleti giravano a una velocità dell’8.5% maggiore quando la musica di una banda militare li accompagnava.
Da allora diversi studi hanno riproposto tale associazione, fino all’ultima revisione ad oggi pubblicata (1) che ha ulteriormente confermato come l’ascolto della musica durante un’attività sportiva ne migliori le prestazioni.
Con diversi meccanismi coinvolti.
Intanto si assiste a una diminuzione dello sforzo percepito. Sembra infatti che la musica riduca le onde theta nella regione frontale, centrale, parietale e occipitale del cervello, diminuendo così i sintomi associati alla fatica durante l’attività fisica (2).
Inoltre, sembra coinvolta la sincronizzazione senso-motoria: gli elementi ritmici della musica migliorano l’efficienza meccanica dei movimenti, generando una maggiore fluidità e una conseguente minima – ma valutabile – riduzione dei costi energetici (3).
Ancora tra i benefici da annoverare, il miglioramento dell’efficienza del consumo di ossigeno. Dato coerente con studi in ambito medico che riportano i benefici della musica sulle funzioni cardiovascolari e respiratorie.
Ovviamente c’è musica e musica. E così nel 2008 uno studio raccontava come il flusso sanguigno aumentasse del 26% dopo l’ascolto di una musica allegra e diminuisse del 6% dopo una musica ansiogena (4).
Attenzione quindi alla scelta del brano e Buona musica!
- Terry, P. C., Karageorghis, C. I., Curran, M. L., Martin, O. V., & Parsons-Smith, R. L. (2020). Effects of music in exercise and sport: A meta-analytic review. Psychological Bulletin, 146(2), 91-117.
- Craig, A., Tran, Y., Wijesuriya, N., & Nguyen, H. (2012). Regional brain wave activity changes associated with fatigue. Psychophysiology, 49(4), 574–582.
- Bood RJ, Nijssen M, van der Kamp J, Roerdink M (2013) The Power of Auditory-Motor Synchronization in Sports: Enhancing Running Performance by Coupling Cadence with the Right Beats. PLoS ONE 8(8): e70758.
- Miller, M., Beach, V., Mangano, C., & Vogel, R. A. (2008, November). Positive emotions and the endothelium: Does joyful music improve vascular health? Presented at the American Heart Association Scientific Sessions, New Orleans, LA.