Merendine si o no?

merendine si o no?

Merendine si o no?

Tassazione si, tassazione no? Proviamo a capire – da un punto di vista nutrizionale – se si dibatte su un problema reale. 

Intanto una fotografia degli italiani. Nel triennio 2015-2018 si registra che il 31.6% è in sovrappeso e il 10.9% in condizione di obesità, per un totale di 47.5% di soggetti in eccesso ponderale. E il sovrappeso inizia in età scolare, coinvolgendo il 43 % dei bambini tra i 6-9 anni. Poco movimento? Sicuramente, ma le abitudini alimentari devono far riflettere: il 36,3% consuma quotidianamente bevande zuccherate/gasate e il 33% si nutre a metà mattina con una colazione non adeguata. Il sano va poco di moda, con il 20% dei bambini che non consumano frutta/ verdura neanche una volta al giorno.

E a scuola, i distributori presenti (dati 2016), accessibili ad adulti e bambini erogano per il 78% merendine, 76% bevande calde, 72% succhi di frutta, 43% bibite zuccherate/gasate, 7.2% yogurt, 3% frutta.  

Proviamo a fare 2 calcoli. Colazione media italiana: 150ml di latte e 5-6 biscotti = 269 calorie.  Di queste, si stima che il 20% siano destinate al cervello = 54 cal.

Considerando un consumo medio a cervello di 13 calorie all’ora, avremo bambini con rifornimento per 4 ore di studio. Se poi a metà mattina si aggiunge una merendina, 32-40g che si portano dietro tra le 125 e le 140 calorie, dovremmo far studiare i ragazzi almeno altre circa 10-12 ore per andare in pareggio.

E calorie a parte, anche due conti sugli zuccheri: l’OMS consiglia che i bambini non superino i 20 grammi al giorno, con una quota presente nelle merendine variabile dai 6 ai 12g, o quantitativo evidentemente superato con i 35g di zuccheri in una bibita da 33cl.

Provando a concludere, le merendine non sono sane. Le bevande gasate ancora meno. E i danni sul sovrappeso infantile sono importanti. Ma è rischioso anche il fai da te se si sostituiscono gli snack acquistati con tranci di pizza o panini con affettati. E a quel punto dovremmo tassare anche chi in casa li prepara. Difficile immaginare che possa funzionare…

Dobbiamo rassegnarci alla consapevolezza che siamo efficienti, che abbiamo bisogno di meno cibo di quanto ci piacerebbe, che non serve SUPERnutrire i ragazzi per stare a scuola, né noi per i lavori spesso sedentari. Il cervello non consuma così tanto. Altrimenti le diete non esisterebbero e basterebbe studiare o leggere molto per dimagrire.

Noi e il nostro cervello abbiamo bisogno di cibi sani e semplici. E quindi, a metà mattina e pomeriggio: frutta fresca, pomodorini, carote crude, mandorle, olive. E acqua. 

Il resto, è in più.

Per dettagli: http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0019/400654/COSI-Severe-Obesity-FS-ENG-LowRes.pdf   

http://www.sinu.it/documenti/20121016_LARN_bologna_sintesi_prefinale.pdf

Photo by Viktor Talashuk on Unsplash