L’osteoporosi è evitabile?
L’osteoporosi è ormai diventata un’epidemia nel mondo industrializzato.
Oltre 200 milioni di persone ne soffrono, con forti aumenti rispetto al passato: si stima che entro il 2050 i casi di frattura dell’anca aumenteranno del 310% negli uomini e del 240% nelle donne rispetto ai tassi del 1990.
Si tratta di una condizione in cui lo scheletro perde massa ossea e resistenza, creando fragilità. Ed è una malattia subdola, silenziosa, che prima delle fratture non presenta sintomi, rendendo difficile una diagnosi precoce.
Per anni, il fattore di rischio principale per lo sviluppo dell’osteoporosi è stato indicato come l’invecchiamento, termine generico utilizzato per raccontare un progressivo declino. Quasi ineluttabile. In realtà, ormai è noto e dimostrato come la qualità di tale invecchiamento (si veda in merito E vissero per sempre forti e resistenti) sia dettata dai comportamenti e stili di vita individuali. Cioè modificabile e di cui ognuno è in parte responsabile.
La prevenzione dell’osteoporosi deve conservare o addirittura migliorare le proprietà strutturali dell’osso, così da preservare le sue caratteristiche di resistenza. Caratteristiche che sono sviluppate e mantenute dalle forze che l’attività fisica riesce a stimolare. L’allenamento sviluppa i muscoli, che tengono in carico le ossa, che così strutturano e mantengono la loro densità, evitando di diventare fragili. E’ il carico, il peso del muscolo che tiene l’osso denso e forte. In qualche modo è come se anche l’osso così si allenasse.
E quindi un invecchiamento mal gestito, con un’attività fisica sempre più scarsa e un muscolo che si riduce, concorrono a un’ossatura che diventa sempre più fragile. Ma è il muscolo carente, non l’invecchiamento il responsabile della fragilità.
Quindi attività fisica come prevenzione e come terapia. E quando possibile all’aria aperta, al sole, per lo stimolo alla produzione di vitamina D (Vuoi restare sano? Affacciati alla finestra), che regola la calcificazione delle ossa, e per gli stimoli positivi a livello cerebrale (Qual è la tua dose di verde quotidiana?).
Insomma, gli scheletri non vanno tenuti nell’armadio, ma in bella mostra attivi nel mondo.
Photo by RYAN MCGUIRE