La strada per la felicità
La ricerca della felicità fa parte della storia dell’uomo. Con definizioni diverse nel tempo e nelle culture.
Buddha (563/480 – 483/400 aC) riteneva che non esistesse un percorso verso la felicità, ma che la felicità fosse il percorso stesso, da seguire conducendo una vita buona, senza eccessi e secondo il principio della moderazione.
Aristotele (384 – 322 aC), seguendo i suoi predecessori Socrate e Platone, asseriva che la felicità risiedesse nelle virtù morali ed etiche, nella eudaimonia: coraggio, giustizia, temperanza, benevolenza e prudenza.
Ed Epicuro (341−270 aC) concepiva la felicità come atarassia, la perfetta pace dell’anima che nasce dalla liberazione dalle passioni.
Felicità quindi non dono del cielo, ma ottenuta con un lucido impegno e una costante ricerca. La felicità dipende da noi stessi – sentenziava ancora Aristotele. E Confucio suggeriva di costruirla con attenzione Più un uomo medita su pensieri buoni, migliore sarà il suo mondo e il mondo in generale.
E allora, nella ricerca della felicità, diventa interessante affiancare al pensiero filosofico anche l’approccio scientifico.
In termini neurochimici, la felicità origina da neurotrasmettitori, neuropeptidi e ormoni – dopamina, ossitocina, testosterone, estrogeni e progesterone – la cui sintesi è garantiti da alcune pratiche di vita.
1) Coltivare relazioni stabili
Che siano amici, amanti o spasimanti…è dimostrato che i rapporti duraturi riducono i tassi di ansia e depressione, aumentano l’empatia, rafforzano il sistema immunitario e allungano la vita.
Alcuni dubbi rimangono sul benessere creato da relazioni stabili con persone instabili.
2) Prestare attenzione alla qualità del sonno
L’introduzione del monitoraggio del sonno in psichiatria ha permesso di evidenziare una relazione tra fenomeni depressivi e scarsa qualità del sonno. Sonno che da un lato rafforza le connessioni sinaptiche legate all’apprendimento e alla memoria, dall’altro contribuisce ad eliminare sinapsi non utili, mantenendo la stabilità dell’intero sistema.
Se poi si dorme sognando di dormire…il beneficio è doppio.
3) Praticare esercizio fisico
L’attività fisica è raccomandata come terapia NON farmacologica per differenti malattie e in generale per mantenere un buono stato di salute. Anche mentale. Migliora i processi cognitivi e la memoria, ha effetto analgesico e avvalora il principio mens sana in corpore sano.
4) Consumare frutta & verdura
Già noto che siano utili per la salute in generale. Anche che lo siano per la prevenzione cardiovascolare e di alcune forme tumorali. Di recente, è emerso come i 400g di verdura/frutta al giorno siano fondamentali anche per la salute mentale. Con relazioni così forti che alcuni studi hanno evidenziato una relazione dose-dipendente: più aumenta il loro consumo, più aumentano il livello di felicità e di soddisfazione percepiti.
Quindi, se non esiste una strada per la felicità, ma la felicità è la strada, possiamo dire che va percorsa a tratti in compagnia, a tratti fermandosi a riposare, per alcuni chilometri accelerando il passo, per altri ancora assaporando innumerevoli spuntini vegetali.
Ricordando che oltre a cercare la felicità, è importante portarla agli altri: alcuni saranno felici quando arriviamo, altri saranno felici quando ce ne andiamo. Sempre di felicità si tratta.
Buon percorso!