La prima regola per rimanere sani? Si chiama flessibilità fenotipica
Gli esseri viventi – a qualunque livello evolutivo – sono meravigliose e complesse macchine che esprimo la capacità di vivere e sopravvivere perché in grado di adattarsi ai cambiamenti ambientali mantenendo una condizione di equilibrio.
Tecnicamente si parla di flessibilità fenotipica, concettualmente è più facile definirla adattamento.
Diversi rettili, ad esempio, rispondono a variazioni della temperatura esterna riducendo il consumo di ossigeno e la frequenza cardiaca. O ancora, in alcune specie di lucertole, in gran parte dei coccodrilli e nelle tartarughe, il sesso del nascituro non è geneticamente determinato, ma è una risposta di adattamento alla temperatura. Nelle tartarughe, al di sotto dei 28-28,5 °C nascono maschi; al di sopra dei 29-29,5 °C femmine. Nelle lucertole, il discorso si inverte: a temperature basse nascono femmine, a temperature maggiori maschi. Come conseguenza della ristrettezza della finestra termica, possono nascere tartarughe con caratteristiche somatiche femminili e organi genitali maschili, con una percentuale di intersessi che raggiunge anche il 14-15% degli individui.
Quello che accade è che la temperatura ambientale interviene sul gene dell’aromatasi, che converte androgeni in estrogeni, determinando la differenziazione e la determinazione del sesso. Un fattore esterno influenza qualcosa di così profondo come il sesso. Incredibile!
Per quanto riguarda noi umani, tra i fattori ambientali che ripetutamente ci sollecitano, risulta significativo il cibo.
Cibo che è certo necessario alla nostra sopravvivenza, ma che può essere anche in eccesso, ipercalorico, ricco di grassi trans o saturi, contaminato, salato, trasformato..sottoponendo così il nostro organismo a una serie di stimoli che prevedono risposte di adattamento sempre differenti.
Prendiamo il controllo della glicemia. Quando mangiamo, il suo valore a livello ematico aumenta. Il pancreas produce insulina che sposta il glucosio dal sangue verso il tessuto muscolare, verso il tessuto adiposo e verso il fegato.
Se mangiamo tanto e siamo sportivi nutriamo il muscolo, se mangiamo tanto e siamo sedentari formiamo grasso e ingrassiamo o sviluppiamo una steatosi epatica (cioè è il fegato a ingrassare).
Di fatto, sono tutti meravigliosi meccanismi di conservazione della salute, mirati a ridurre i livelli di glicemia nel sangue, che porterebbero a complicanze quali malattie cardiovascolari, danni al sistema nervoso (neuropatie) e danni ai reni (nefropatia diabetica).
Ma se le sollecitazioni esterne – cibo continuamente in eccesso – persistono, la flessibilità si interrompe e non siamo più sani: si sviluppa il diabete di tipo 2.
Fondamentale quindi preservare la flessibilità: o con meno disturbatori esterni, cioè con cibo più limitato, o con attivazione di distretti muscolari che lo utilizzino più del fegato e del tessuto adiposo, quindi stimolando attività e sintesi muscolare.
Per cui, decisamente l’augurio per il 2023 è di buona flessibilità!