La depressione è femmina?
I numeri dicono di si.
Depressione: letteralmente l’atto, il fatto di deprimere, di portare cioè a un livello più basso.
In aumento del 20% tra il 2005 e il 2015, il numero di casi oggi coinvolge nel mondo più di 300 milioni di persone. 3 milioni solo in Italia. E oltre 2 milioni sono donne.
I tassi di depressione tra ragazzi e ragazze rimangono all’incirca gli stessi fino alla pubertà, poi le femmine sviluppano in maniera maggiore sintomi che si acutizzano e cronicizzano in età adulta
Una teoria sostenuta da tempo dai ricercatori è che le fluttuazioni degli ormoni femminili possano rendere le donne più vulnerabili alla depressione. Il declino degli estrogeni, come avviene dopo il parto o l’ovulazione, accelera il metabolismo dei neurotrasmettitori cerebrali causando così sbalzi d’umore.
Altri ricercatori sostengono invece il ruolo centrale dei fattori di stress ambientale sulla salute mentale di una donna. Che ha spesso un maggior carico di lavoro in casa, tra figli e parenti anziani, che spesso percepisce un salario inferiore a colleghi di sesso maschile a fronte di richieste paro i superiori, che ha maggiori probabilità di sperimentare battute, scherzi, ammiccamenti fino a vere e proprie aggressioni, o le violenze. E lo stress quotidiano e ripetuto riduce nel tempo la capacità di risposta. E innesca il meccanismo depressivo.
In termini alimentari, una volta che la depressione è manifesta e quindi si configura come una malattia, il percorso è medico e spesso farmacologico.
E l’aforisma per cui non esiste nulla che non possa essere risolto con un sorriso e un buon pranzo diventa purtroppo inefficace.
Il cibo però ha un valore, ed è importante nella prevenzione della depressione, nel generale mantenimento di un equilibrio di nutrienti e oligoelementi che aiutano a definire uno stato di benessere e salute.
Le donne infatti che seguono una dieta sana presentano sintomi depressivi ridotti rispetto a chi mangia con modalità fuori controllo, frequenza eccessiva e cibi malsani come affettati, patatine, torte, gelati…
A livello europeo – European MooDFOOD program– sono state stilate le linee guida per la prevenzione della depressione, che prevedono di:
1) aumentare il consumo di frutta, verdura, legumi, cereali integrali, noci e semi. Tra le verdure particolare risalto ai broccoli che contengono il sulforafano, un composto in grado di ridurre la neuroinfiammazione osservata nella depressione cronica e ricorrente. Sono anche fonti di triptofano, amminoacido precursore della serotonina, legata all’umore e alla percezione del dolore, i cui livelli molto bassi generano un comportamento depressivo e persino suicida.
2) assumere alimenti ricchi di acidi grassi polinsaturi omega-3
3) limitare l’assunzione di alimenti trasformati, “veloci”, prodotti da forno commerciali e dolciumi.
Qualche dato interessante anche sulla valenza antidepressiva dello zafferano e ovviamente del cioccolato fondente, per cui se un uomo non può vivere di solo cioccolato, una donna si!
Quindi banalmente, dieta sana e semplice anche per il buon umore.
Per dettagli:
Dietary recommendations for the prevention of depression.Nutr Neurosci. 2017 Apr;20(3):161-171.