Ha senso l’allenamento di forza?
Vi ricordate Il curioso caso di Benjamin Button, in cui il protagonista nasceva con la salute di un novantenne, con artrosi, cartilagini ossificate, cataratta, sordità, e poi progressivamente ringiovaniva, trasformandosi in un affascinante Brad Pitt?
Ecco, proprio così no… ma l’età biologica può portare le lancette del nostro orologio interno di 30 anni indietro rispetto all’età anagrafica, con possibilità di contrasto dell’invecchiamento del sistema cardiocircolatorio e dell’irrigidimento dei vasi sanguigni.
Risultato non da poco, a fronte però di un altrettanto impegno non da poco: 5 allenamenti settimanali per 7 ore complessive LLE = per tutta la vita.
E se fino a qualche tempo fa si riteneva che la semplice camminata fosse efficace e sufficiente, oggi grande attenzione è rivolta anche all’allenamento di forza.
Forza per contrastare il naturale declino della massa muscolare; per tenere le ossa “in carico”, con un ridotto rischio di osteoporosi; per aiutare equilibrio e coordinazione; per aumentare il metabolismo basale e acquistare peso meno facilmente.
E di recente, anche test utile per ridurre il rischio di malattie cardiache: gli uomini di mezza età che riescono a fare 40 piegamenti consecutivi hanno un rischio inferiore del 96 per cento di sviluppare malattie cardiache rispetto a coloro che sono in grado di farne meno di 10.
Indicazione ritenuta migliore rispetto ai classici test da sforzo sul tapis roulant.
E così gli allenamenti di forza abbinati ai test di fitness cardiorespiratoria si guadagnano il podio della prevenzione insieme ai marcatori sierologici e alla misura della circonferenza vita.
Per chi si fida quindi: buon allenamento!
Per chi vuole maggiori dettagli prima di dedicarsi ai 40 piegamenti: Association Between Push-up Exercise Capacity and Future Cardiovascular Events Among Active Adult Men. February 15, 2019
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