E’ molto meglio averlo grosso!
Sì, a volte le misure hanno importanza.
Parliamo, come avrete intuito, del cervello.
Cervello che nel corso dell’evoluzione, dall’australopitechus al sapiens è quasi triplicato, permettendo lo sviluppo di aree deputate al linguaggio e successive specializzazioni. In media l’encefalo umano pesa intorno ai 1.4 – 1.5 chili con un volume di circa 1100-1200 cm3.
Quindi le misure contano. E la nostra storia evolutiva lo conferma.
Ma restringendo l’analisi alla vita singola di ognuno, come aumentare o – con il passare del tempo – non perdere il volume di un organo tanto importate?
Lo sviluppo del cervello umano inizia nella fase embrionale e termina intorno ai 30 anni, dopo cui si assiste a un lento processo di atrofia. Ma la traiettoria di tale declino può essere modificata.
Infatti, se per lungo tempo si è ritenuto che il cervello adulto fosse non più rigenerabile, oggi è noto come due regioni siano invece in grado di farlo: il giro dentato dell’ippocampo e la zona sub-ventricolare dei ventricoli laterali. Nomi tecnici per dire aree coinvolte nella memoria, nell’apprendimento e nella percezione dello spazio.
Essenzialmente due le possibilità di intervento:
il movimento & la nutrizione.
Torniamo al 1999 per trovare il primo studio di correlazione tra crescita delle cellule cerebrali e corsa. Negli adulti.
E da allora, innumerevoli e concordi le evidenze: il beneficiario principale dell’allenamento è il cervello, in termini di plasticità, di volume e di memoria mantenuti.
Sostanze infatti prodotte nel muscolo esercitano la loro azione a livello cerebrale, con attivazione del fattore di crescita neurotrofico (BDNF) che stimola la nascita e la crescita e dei neuroni. Praticamente un meraviglioso fertilizzante naturale.
Dopo quanto i benefici? Sembra siano sufficienti 6 mesi -1 anno di movimento medio/moderato per prevenire la riduzione del volume cerebrale.
Poi, la nutrizione. Il ruolo protettivo di una dieta sana acquisisce forti evidenze con analisi specifiche su acido folico, b12, acidi grassi omega3 e flavonoidi.
Relazione facile da capire, basti pensare alla struttura e al funzionamento del cervello. Acqua al 75% e grasso. Sì, dopo il tessuto adiposo il cervello è l’organo con più grasso che abbiamo, con 50–60% del suo peso secco formato da grassi, di cui il 20% da essenziali, omega3. Che non siamo in grado di produrre: possiamo solo introdurli con la dieta.
E i neurotrasmettitori che permettono ai neuroni di comunicare tra loro sono sintetizzati da aminoacidi: il triptofano per la serotonina, la tirosina per dopamina e noradrenalina. Quindi di nuovo cibo.
E vitamine, b12, acido folico , polifenoli, per contrastare lo stress ossidativo tipico di un cervello che invecchia. Dieta mediterranea.
Ricordando che “sano, ma molto” diventa non sano. Il cervello ha bisogno – a tratti – di essere affamato: dieta pesco mediterranea, con digiuno intermittente.
Quindi sì: per poterlo usare bene, deve essere grosso.
Buon cervello!
Photo courtesy of Gratisography