Cervello sano in 9 gesti. Parte prima

cervello a tavola

Cervello sano in 9 gesti. Parte prima

  1. Bere acqua appena svegli

L’acqua è il più abbondante e principale costituente delle cellule del corpo, dei tessuti e degli organi. Del cervello costituisce circa il 70%. È intuitivo quindi comprenderne l’importanza. Si stima che una disidratazione moderata –  pari anche solo alla perdita di massa corporea dell’1% – sia associata al peggioramento dell’attenzione e della memoria. È naturalmente una pratica che va portata avanti durante l’intero arco della giornata, ma iniziare da subito con due bicchieri d’acqua è un passo nella giusta direzione. Chi ben comincia…

  1. Sorridere 

La felicità è ciò che induce il sorriso. Ma sembra vero anche il contrario: sorridere rende felici. Un sorriso infatti stimola reazioni chimiche nel cervello che inducono il rilascio di dopamina e serotonina. Bassi livelli della prima sono associati a fenomeni depressivi. Bassi livelli di serotonina ad atteggiamenti aggressivi. Fondamentale quindi stimolare entrambe. Sorridere – anche forzatamente – inganna il cervello a credere di essere felice, generando reali sentimenti di felicità. Il cervello ha una sorta di debole per i sorrisi. Non si preoccupa di capire se il sorridere dipenda dall’essere veramente gioiosi o da una finzione. Riconosce movimenti muscolari facciali e si attiva di conseguenza. La scienza ha dimostrato che il semplice atto di sorridere può migliorare l’umore, ridurre lo stress, aumentare il sistema immunitario e anche prolungare la vita.

  1. Respirare

Lo facciamo circa 20.000 volte al giorno. Ritmo vitale che rifornisce il flusso sanguigno di ossigeno ed elimina l’anidride carbonica. Così centrale e fondamentale da non poter essere poco significativo. Sebbene l’impulso respiratorio sia generato da neuroni pacemaker nel tronco encefalico, il suo ritmo non è predeterminato: una varietà di stati emotivi e cognitivi, tra cui ansia e stress, possono modificare la frequenza e la profondità della respirazione. E una respirazione affrettata e deficitaria può indurre a sua volta, in una sorta di circolo vizioso, quegli stessi stati ansiosi e depressivi. Nella sindrome da distress respiratorio – grave infiammazione polmonare – i deficit cognitivi e di memoria si attestano intorno al 70-100% alla dimissione ospedaliera e persistano al 20% ancora dopo 5 anni. L’ abilità di respirare è innata, ma spesso giace dormiente. E in un mondo rapido e frenetico, una respirazione superficiale impedisce l’ampio movimento del diaframma tra inspirazione ed espirazione, impedendo così alla porzione più bassa dei polmoni – dove risiedono i capillari che trasportano ossigeno alle cellule – il corretto rifornimento di aria ossigenata. E per quanto riguarda il cervello, alcuni studi evidenziano come l’inspirazione profonda generi attività elettrica nell’ippocampo, sito cerebrale deputato alla memoria. Insomma, respirare anche per memorizzare!

  1. Non aggiungere zucchero al caffè

Qui è un po’ vincere facile…Concentriamoci sulla relazione con il cervello. Quindi non ricordiamo che il consumo di zucchero è indicato come uno dei fattori che maggiormente contribuiscono all’obesità. Né trattiamo della relazione con lo sviluppo di neoplasie o patologie infiammatorie.   Ricordiamo solo come una dieta ricca di zuccheri sia legata a modifiche della plasticità dei neuroni e a disfunzioni dell’ippocampo, con esiti negativi su apprendimento e memoria.  E ricordiamo come proprio nei test di memoria, più elevato è il valore dell’emoglobina glicosilata, marcatore di patologia diabetica, più i punteggi cognitivi siano bassi.

  1. Muoversi

Per comprendere la forza e l’importanza del movimento per l’essere umano, facciamo un salto nel passato (è una battuta: salto/movimento. Ah ah). Andiamo al 200-300 aC, quando alcuni medici greci  – Erofilo in particolare, il primo anatomista della storia – sezionando cadaveri umani elaborarono una teoria cerebrocentrica. Il cervello come centro del corpo. Da lì infatti partono i neuroni motori che impartiscono i comandi del movimento e lì arrivano i neuroni di senso che recuperano informazioni dell’ambiente esterno. E oggi lì torniamo. Il movimento implica il lavoro del cervello, che così aumenta di volume e viene modellato. È la più efficace e unica terapia NON farmacologica per avere un cervello capace di apprende e ricordare. Processi cognitivi e memoria. Sarebbe ovviamente utile allenarsi.  E con una parte svolta all’aperto, per la propria dose di verde quotidiana. Ma basta anche meno  per attivare il sistema nervoso centrale. Basta anche solo muoversi.

Andare a prendere un caffèidratati, sorridendo, respirando e senza zucchero – a un bar distante 30 minuti…e poi ovviamente tornare.

Ma almeno quel poco è quotidianamente fondamentale.

Buon cervello allora e  appuntamento al prossimo post per gli altri 4 gesti quotidiani.

 

Photo by Adam Nigro