Cervello & digiuno. Quale relazione?
Il digiuno intermittente è spesso proposto per la sua capacità di ridurre il peso. In effetti efficace.
Ma molto più interessante è il suo effetto sulla salute cerebrale e sulla capacità di prevenire le malattie neurodegenerative. Malattie per cui le opzioni terapeutiche sono basate più sulla gestione dei sintomi che sulla cura delle cause.
Qualche dato interessante emerge dal ruolo che sembrano avere gli stili di vita.
E tra questi, riscontri positivi da diete in restrizione calorica, che riducono dal 30 al 50% l’apporto di cibo considerato ottimale. Ovviamente diete non sempre sostenibili e non per tutti, con rischi negativi su massa muscolare e su un peso eventualmente troppo basso.
Una alternativa praticabile arriva dagli studi sul digiuno intermittente. 16 ore senza cibo e 8 ore in cui concentrare i pasti. Senza ridurre le calorie. Affamando per 16 ore l’organismo.
Evidenze di riduzione di degenerazione cerebrale, con benefici sull’epilessia, l’Alzheimer e la sclerosi multipla.
I meccanismi con cui il digiuno intermittente sembra agire sul cervello sono vari.
- aumenta la resistenza allo stress inducendo uno stress moderato a cui il cervello risponde acquisendo la capacità di resistere a uno stress più severo;
- stimola il ricambio cellulare grazie all’aumento della sintesi del BDNF – fattore di crescita cerebrale – associato alla nascita di nuovi mitocondri (centrali elettriche di produzione energetica) e alla plasticità sinaptica;
- sopprime i processi infiammatori, riducendo la concentrazione dei marcatori di infiammazione;
- riduce i livelli di glucosio in circolo e sbilancia i processi verso la riparazione cellulare.
Non solo sembra prevenire la neurodegenerazione, ma studi su topi hanno dimostrato che può anche ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e ictus ischemico. E nel caso la prevenzione non fosse efficace e si verificasse comunque un ictus, le conseguenze potrebbero essere meno gravi.
Il digiuno intermittente sembra quindi avere un ruolo nella prevenzione a lungo termine dei disturbi neurologici. Un investimento per il futuro. Senza effetti particolari invece sulle funzioni cognitive nel breve periodo sui sani.
Non trasforma, ma mantiene. Una sorta di botulino cerebrale.
A ognuno capire se vale la pena mantenere quel che c’è.
Buon digiuno!