Caffè o non caffè?
Il caffè è tra le bevande più consumate al mondo.
In Italia, parlare di caffè, significa parlare di espresso, che viene scelto dal 93% dei consumatori. Residuale la percentuale di chi predilige il caffè americano, orzo o altre tipologie (7%).
Il consumatore seriale di caffè espresso beve 1 o 2 tazzine al giorno e preferisce la mattina come momento di consumo, al risveglio.
Negli ultimi 3 mesi gli algoritmi Datalytics hanno rilevato sulle piattaforme di sharing quali Facebook, Instagram, Twitter, oltre 30.000 post dedicati a questa bevanda..
Quindi grande attenzione sulla famosa tazzina.
Ma fa bene? E nel caso, quanto possiamo consumarne?
Il caffè subisce una metamorfosi chimica dal fagiolo verde non torrefatto, e il tipo di fagiolo (Arabica versus Robusta), il grado di tostatura e il metodo di preparazione, compresa la macinatura e il tipo di infusione, avranno un’influenza sulla composizione biochimica della tazza finale.
In generale, si può dire che il caffè tostato è una miscela complessa di oltre 1000 composti bioattivi, alcuni con effetti antiossidanti, antinfiammatori, antifibrotici o antitumorali potenzialmente terapeutici.
Tra i principali composti attivi vi sono la caffeina, gli acidi clorogenici e i diterpeni.
Il consumo di caffè sembra generalmente sicuro nei normali livelli di assunzione, da tre a quattro tazze al giorno, con stime riassuntive che indicano la riduzione del rischio per diabete di tipo 2, cirrosi, calcoli renali, parkinson, gotta, tumore epatico e con poche evidenze di effetti collaterali, soprattutto ascrivibili alle donne in gravidanza, in cui il peso del nascituro potrebbe risultarne ridotto.
Quindi buon caffè…a quasi tutti!