CAFFè NORMALE O DEC?

DEcaffeinato?

CAFFè NORMALE O DEC?

Che il caffè sia sano si sa, come confermano ormai da anni studi che associano un suo abituale consumo a una riduzione del rischio di malattie come il diabete di tipo 2, patologie epatiche, alcuni tipi di tumore e di mortalità in generale.

Controindicato in gravidanza per il rischio di nascituri più piccoli e nelle donne con osteoporosi per un aumento del rischio di fratture.

Ma cosa sia sano nel caffè è meno noto: la caffeina o il contenuto in polifenoli anti-infiammatori e antiossidanti?

Tutto fa brodo, si diceva una volta. E forse vale ancora. Ma proviamo a entrare nel merito.

I dati sulla mortalità raccontano una riduzione del rischio di morte per qualsiasi causa del 13%, che si tratti di caffè con caffeina o senza.

Nella prevenzione del diabete, che il caffè sia normale o decaffeinato, poco conta: entrambi risultano efficaci e con riscontri positivi, identificando così nei polifenoli i responsabili delle proprietà benefiche del caffè, con meccanismi protettivi tipici di frutta e verdura: stimolazione di risposte adattative che attivano proteine coinvolte nella protezione cellulare, tipicamente antiossidanti, detossificanti e enzimi con azione riparatrice.

Effetti ancora positivi sia del dec che del normale caffè sulla riduzione del rischio del carcinoma epatocellulare.

E ancora di entrambi, sui comportamenti simil-depressivi nei topi privati del sonno.

La sfida continua in ambito cognitivo, il cui declino legato all’età – dato l’aumento dell’aspettativa di vita –  rappresenta una grande sfida per la salute di ognuno e un importante problema di sanità pubblica in termini economici. Il passaggio dal declino cognitivo alla demenza è continuo e irreversibile e finora non è stato individuato un trattamento efficace.

La prevenzione pertanto continua a rivestire un ruolo fondamentale. E in tal senso, una serie di studi hanno dimostrato un’associazione tra i più alti consumatori di caffè e una migliore performance cognitiva. Con benefici attribuiti alla caffeina, che agisce da antagonista dei recettori dell’adenosina nel sistema nervoso centrale con azione positiva sull’attenzione, sull’umore e sulla vigilanza. E in maniera più prospettica e interessante, sulla prestazione cognitiva.

Primato quindi in quest’ambito del normale caffè, laddove il decaffeinato non può vantare invece efficacia.

Normale o decaffeinato… le dimensioni contano: una minuscola tazza di caffè serve a poco. 4-5 tazzine al giorno per una dose goduriosa di salute.