Bicicletta medicina del futuro

Bicicletta medicina del futuro

Bicicletta medicina del futuro

A livello mondiale, più di 350 milioni di persone sono diabetiche. Pari alla metà della popolazione europea. Ed in progressivo aumento.

Restringendo all’Italia: 4 milioni. Più circa il 30% che si stima sia malato senza saperlo, per cui il numero complessivo potrebbe superare i 5 milioni.

Il trattamento farmacologico di prima scelta è la metformina, che fortunatamente esiste e funziona, riducendo le complicanze sia micro che macrovascolari.

Ma mancano evidenze di una sua efficacia sulla mortalità (1).

Quindi? Condannati? Secondo la pubblicazione di pochi giorni fa su JAMA Internal Medicine (2) le maggiori speranze risiedono nell’impiego di un innovativo farmaco che risponde al nome di bicicletta. Studio su 7459 diabetici, età media 56 anni, provenienti da 10 differenti paesi europei. I soggetti sono stati analizzati osservando i loro stili di vita e le condizioni di salute.

Pedalare è stato associato a una riduzione del 24% della mortalità rispetto ai non-ciclisti, indipendentemente da altre attività fisiche svolte.

24%. Si tratta di un numero elevatissimo, che proviene da uno studio osservazionale e non di intervento. Quindi con dei limiti di analisi e di conclusioni. Ma decisamente interessante e promettente.

E dato tra l’altro che si aggiunge a pubblicazioni analoghe sui benefici del pedalare.

Uno studio danese del 2000, condotto su 13 375 donne e 17 265 uomini, aveva evidenziato una riduzione addirittura del 40% della mortalità in chi utilizzava la bicicletta come mezzo di trasporto abituale (3).

O ancora nei pre-diabetici, con livelli quindi di glicemia elevati ma senza evidenza di malattia, il rischio di diventare diabetici si riduce del  58% seguendo dieta ed esercizio fisico, mentre solo del 31% utilizzando i farmaci a scopo preventivo (4).

Esercizio di forza e resistenza, pedalare allena cuore, vasi e polmoni. Con il vantaggio di essere una attività a basso impatto con il terreno, preservando i tendini e mantenendo attive le articolazioni di ginocchia, anche e caviglie.

Non richiede specifiche competenze: una volta imparato non si dimentica e non si perfeziona. Semplicemente si pedala.

E come ha da poco evidenziato uno studio sul COVID-19 (5), usare la bici come mezzo di spostamento avrebbe la duplice finalità di permettere un’attività sportiva costante in un momento storico in cui altre strutture non sono accessibili e di evitare situazioni di rischio da mezzi pubblici.

A cascata, benefici sulla collettività: l’uso della bicicletta evita l’impiego di altri mezzi di spostamento, contribuendo così alla riduzione dell’inquinamento (6).

In sintesi quindi a fianco delle cellule staminali, della medicina su scala nanometrica, della terapia genica e dell’editing del genoma – tendenze chiave per il panorama sanitario entro il 2040 –  efficacia e sicurezza per il farmaco su due ruote: la bicicletta.

E allora, buona terapia!

 

Per dettagli:

  1. Boussageon R, Supper I, Bejan-Angoulvant T, et al. Reappraisal of metformin efficacy in the treatment of type 2 diabetes: a meta-analysis of randomised controlled trials. PLoS Med. 2012;9(4):e1001204.
  2. Ried-Larsen  M, Rasmussen  MG, Blond  K,  et al.  Association of cycling with all-cause and cardiovascular disease mortality among persons with diabetes: the European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC) study JAMA Intern Med. Published online July 19, 2021.
  3. Andersen  LB, Schnohr  P, Schroll  M, Hein  HO.  All-cause mortality associated with physical activity during leisure time, work, sports, and cycling to work Arch Intern Med. 2000;160(11):1621-1628
  4. Marc Rendell (2021) Pharmacotherapeutic options for prediabetes, Expert Opinion on Pharmacotherapy, 22:1, 45-54
  5. Sadik-Khan  J, Solomonow  S.  Improving public health by making cities friendly to walking and biking: safer, more active transportation starts with the street.   JAMA Intern Med. 2017;177(5):613-614