Alimentazione e tumori. Dove siamo?
Il 4 febbraio si celebra la Giornata mondiale contro il cancro, World Cancer Day, promossa dalla Union for International Cancer Control e sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
E allora vediamo quali sono le relazioni tra tumori e alimentazione e distinguiamo tra le evidenze scientifiche tradotte in linee guida internazionali e gli ambiti di ricerca. Magari promettenti, ma ancora solo di ricerca.
Partiamo da cosa sappiamo delle cellule tumorali.
Si tratta di cellule che proliferano rapidamente e che, per procurarsi la quantità di energia – ATP – di cui necessitano, ricorrono per almeno per il 50% del loro fabbisogno alla glicolisi, secondo il cosiddetto Effetto Warburg, descritto dal fisiologo omonimo che nel 1931 fu insignito del Nobel per la medicina. Mentre le cellule sane consumano il glucosio per produrre energia all’interno dei mitocondri – il ciclo di Krebs – le cellule cancerose utilizzano il glucosio nel citosol attraverso la glicolisi, normalmente attiva in carenza di ossigeno. Le cellule tumorali invece la prediligono anche quando la disponibilità di ossigeno è elevata e nonostante sia altamente inefficiente: solo 2 molecole di ATP prodotte, contro le 30 prodotte dal ciclo di Krebs. Teoricamente inefficiente…ma preferita.
La glicolisi poi produce del piruvato con fermentazione ad acido lattico, che acidifica il micro-ambiente circostante e stimola la crescita tumorale, con condizioni sfavorevoli all’ingresso delle cellule immunitarie di difesa.
DA qui, le due principali indicazioni nella prevenzione dei tumori:
- Mantenere un peso forma. L’International Agency for Research on Cancer (IARC) stima che dall’eccesso di peso possa dipendere dal 25 al 30% di alcuni dei tumori più comuni, tra cui colon e seno.
- Ridurre l’infiammazione. In grado di favorire la trasformazione delle cellule sane in tumorali e di sostenere la loro crescita incontrollata.
Tradotto nelle Linee guida di prevenzione: a tavola metà piatto formato da verdure, ricche di fibre, vitamine e antiossidanti, come i carotenoidi, il selenio e lo zinco, capaci di neutralizzare i radicali liberi dannosi per l’organismo.
1/4 del piatto occupato da cereali integrali, per ridurre gli zuccheri semplici che stimolano fattori di rischio sia per lo sviluppo del cancro che per la sua progressione e metastatizzazione, come l’innalzamento repentino della glicemia e l’obesità.
E ultimo quarto, per le proteine, alternando legumi 2-4 volte/settimana, pesce 2-3 volte/settimana, uova 2-4, formaggi e carne 1-2 volte/settimana.
Per insaporire, olio extra vergine di oliva, sostituendo il sale con spezie come curcuma o zenzero, con effetto antinfiammatorio. Oppure, più tradizionalmente, con le piante aromatiche, tipiche della cucina mediterranea: menta, timo, maggiorana, origano, basilico, rosmarino, prezzemolo, coriandolo, finocchio, anice, cerfoglio, peperoncino e chiodi di garofano.
Da ridurre i carcinogeni umani certi, carne rossa lavorata (insaccati e salumi) e alcol, a cui in particolare nel 2020 sono stati associati 741 000 nuovi casi di tumore.
Per quanto attiene alla ricerca, mira a ridurre l’ambiente infiammatorio e ad affamare le cellule neoplastiche, riducendo i fattori di crescita circolanti.
Diverse le strategie:
Dieta del mima-digiuno di Valter Longo con un parziale digiuno di 5giorni al mese;
Digiuno intermittente di 16h quotidiane;
Ad oggi, interessanti e promettenti, con pubblicazioni decisamente a favore, ma ricerche, non ancora tradotte in linee guida.
Buona prevenzione!