Impariamo a correre dai migliori: la corsa dell’ANTILOCAPRA

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Impariamo a correre dai migliori: la corsa dell’ANTILOCAPRA


Antilocapra…fino a pochi giorni fa pensavo fosse una creatura leggendaria come l’ippogrifo montato dal mago Atlante, i grifoni della sala del trono di Cnosso, le sirene, i centauri, i minotauri.

Il nome stesso antilocapra rimanda all’idea di chimera, cioè una combinazione di due o più animali. E qualcosa di mitologico deve esserci per permettere a questo animale di essere il mammifero più veloce della terraferma sulla lunga distanza, raggiungendo velocità medie di 59-65 km/h su tratti di 6 km e di 98 km/h su brevi distanze.

Unica specie vivente della famiglia Antilocapridae, quasi estinta per via della caccia, sopravvive in alcune zone protette  del Nord America e del Canada meridionale.

Il peso varia dai 35 ai 70 kg, a seconda del sesso e dell’età.

Gli arti sono specializzati in maniera incredibile: appoggia sul suolo solo le ultime falangi, come se corresse in punta di piedi; l’ulna è ridotta e parzialmente fusa al radio, per eliminare la torsione e la rotazione del gomito; la clavicola è persa e la scapola è riorientata per stare appiattita contro il lato del petto dove è libera di ruotare di 20 ° a 25 ° nello stesso piano in cui la gamba oscilla. La riduzione delle ossa e dei muscoli associati diminuisce il peso degli arti, conferendole più velocità. 

Le articolazioni sono modificate, con spine e scanalature ad incastro, per agire da cerniere permettendo solo il movimento nella direzione della corsa. 

E il motore che sottende tali adattamenti muscolari e articolari non è da meno. L’antilocapra ha infatti un consumo di ossigeno che è 3 volte quello atteso per il suo peso con un VO2 Max elevatissimo, pari a circa 300 ml/kg/min. Valore che in ciclisti di elite arriva a 80-85ml/kg/min.

Altro dato di eccellenza sportiva: il suo sangue presenta alti livelli di emoglobina.

Una combinazione quindi per correre in velocità e resistenza.

Allora, con umiltà, proviamo ad imparare, cercando di capire cosa possiamo trasferire su noi bipedi eretti :

  1. corsa simile al Barefoot Running
  2. VO2 max a valori elevati
  3. emoglobina elevata (ovviamente sempre in range di normalità).

Nel prossimo post, proveremo a capire come poter usare l’alimentazione per diventare piccoli piccoli antilocapridi. 

Photo by Patrick Hendry on Unsplash