Crampi muscolari. Miti e realtà
Tutto migliora con l’allenamento: la frequenza cardiaca, la pressione, la resistenza, la forza. Tutto tranne i crampi. Che invece peggiorano.
Più ci si allena e più lunghe distanze si percorrono, più il crampo diventa un compagno costante. Tecnicamente si tratta di una contrazione involontaria, dolorosa e prolungata nel tempo di uno o più gruppi muscolari. In pratica, un dolore acuto che impedisce di proseguire.
Il crampo si verifica in soggetti sani e atleti, durante o dopo l’esercizio fisico, coinvolgendo circa il 30% dei soggetti impegnati in allenamenti di endurance.
Sebbene quindi molto diffuso, le cause e le strategie di gestione non sono ancora chiare. Proviamo a sintetizzare quello che pensiamo di sapere e quello che invece emerge dalle evidenze scientifiche.
I crampi sono dovuti a disidratazione
FALSO: il crampo muscolare associato all’esercizio fisico è stato rilevato scientificamente per la prima volta in gruppo di minatori (1908). Nacque così l’ipotesi che a causarlo fosse la disidratazione. Ma tale ipotesi non spiega come un fenomeno sistemico come la disidratazione possa causare manifestazioni localizzate di crampi; inoltre non spiega perché lo stretching risulti efficace per la cura della manifestazione acuta del crampo.
I crampi sono dovuti a perdita di elettroliti
FALSO: l’associazione tra crampo e perdita di elettroliti nasce come un sillogismo. Si riteneva la disidratazione associata al crampo. La disidratazione induce la perdita di elettroliti. La perdita di elettroliti causa quindi il crampo. Ipotesi logica ma che non ha trovato conferme. Ad oggi non sono presenti in letteratura studi in grado di validare l’efficacia di integrazioni di magnesio, potassio, sodio e vitamine per la gestione del crampo muscolare.
I crampi sono dovuti a fatica muscolare
VERO: l’origine del crampo sembra essere la fatica muscolare, che determina l’alterazione del controllo neuromuscolare e quindi la contrazione tipica.
I crampi sono dovuti a perdita di glicogeno muscolare
FALSO: la perdita di glicogeno influenza negativamente la performance, ma tale perdita non è stata associata allo sviluppo di crampi.
Lo stretching è un trattamento di successo per il crampo
VERO: lo stretching, aumentando la tensione all’interno del muscolo, provoca un’incremento dell’attività degli organi tendinei del Golgi, che inibiscono la contrazione e portano al rilassamento muscolare.
Gli uomini soffrono di crampi più delle donne
VERO: i muscoli scheletrici degli uomini possiedono più fibre a contrazione rapida (tipo II) rispetto alle donne. Fibre che sono più affaticabili rispetto alle fibre di tipo I, perché hanno meno capillari e mitocondri, quindi riescono meno a utilizzano i grassi per produrre energia. Così il muscolo si affatica di più, facilitando l’insorgenza del crampo.
Quindi in sintesi, sappiamo poco delle cause del crampo e quindi ancora meno delle terapie per gestirlo. Meglio però sapere poco, che sapere sbagliato.
Per approfondire: A narrative review of exercise‐associated muscle cramps: Factors that contribute to neuromuscular fatigue and management implications, 2016.