Corridori keniani ed etiopi: il segreto del loro successo
I corridori di media e lunga distanza provenienti dall’Etiopia e dal Kenya detengono oltre il 90% dei record del mondo e le migliori posizioni nelle classifiche mondiali.
Diversi studi tentano di analizzarne il successo indagando tra predisposizione genetica, caratteristiche fisiologiche, metaboliche, struttura scheletrica, dieta, allenamento in altura, motivazione.
Intanto una composizione corporea differente: i corridori etiopi hanno un’altezza media di 173cm, con un peso di 56.7kg, con gambe del 5% più lunghe degli atleti scandinavi usati a confronto, e polpacci del 12% più leggeri. Quindi, combinazione ottimale per l’economia della corsa con statura ridotta, corpo slanciato, gambe sottili che rappresentano una importante frazione dell’altezza complessiva del corpo.
Altro vantaggio sul profilo ossidativo: i corridori keniani presentano una maggior concentrazione di idrossilacil-CoA deidrogenasi, enzima chiave coinvolto nella produzione di energia generata da lipidi. Questo potrebbe rappresentare un leggero vantaggio in eventi come la mezza e la maratona, ma non spiega il loro successo negli eventi a distanza più breve.
Vita e allenamento in altura, tra i 2.000 e i 2.500m, sembrano creare condizioni favorevoli sulla capacità di allenamento ad alta intensità. Ma come ha fatto notare Mike Kosgei, allenatore keniano di successo, se l’altura fosse sufficiente, allora perché Colombia e Nepal non producono altrettanti grandi atleti?
Nessuna differenza – rispetto a atleti di diversa nazionalità – a livello di VO2 max nè della fibra muscolare delle gambe, analizzata su gastrocnemio e vasto laterale.
Tra i dati più interessanti quello sullo stile di vita: l’86% degli atleti keniani di livello internazionale e il 73% di quelli etiopi hanno utilizzato la corsa come mezzo di trasporto per andare a scuola, con percorsi quotidiani fra i 5 e 20 km.
Quindi dall’infanzia un importante, costante e continuo allenamento.
Chapeau!
Nel prossimo post, proveremo a capire quale l’alimentazione seguita.