Caffeina e militari
Ricercare la prestazione significa ottimizzare. Anche l’alimentazione con un corretto bilanciamento di carboidrati, proteine e lipidi e con l’impiego di ergogenici, cioè di principi attivi in grado di determinare un miglioramento delle performance.
Tra tali sostanze, con efficacia confermata e consolidata, spicca la caffeina, di cui abbiamo trattato in ambito di salute nel post Caffè o non caffè?
Studiata dagli anni ’70, l’effetto più scientificamente supportato è il miglioramento della resistenza aerobica in discipline come ciclismo, atletica, canottaggio o sci di fondo. In questi sport, la caffeina è in grado di aumentare il tempo di esaurimento e la velocità impiegata per eseguire un test di resistenza aerobica (v post Caffè & prestazione).
Riceve attenzione anche in ambito militare, dove compare nel 2001 un rapporto dell’Institute of Medicine (IOM) sull’uso della caffeina durante operazioni delle forze armate. Dopo 16 anni, l’interesse costante su tale sostanza porta a un aggiornamento, con una analisi comparata sui dati di venticinque studi pubblicati sull’argomento.
Si tratta di studi condotti in ambito militare, in cui sono stati impiegati bevande e alimenti addizionati di caffeina.
In diciassette lavori, la caffeina veniva valutata sulla privazione del sonno; in quattro sullo sforzo fisico o mentale; in tre sulla privazione del sonno combinata con un’operazione militare prolungata; in uno sullo sforzo fisico combinato con una temperatura ambientale bassa.
Le conclusioni concordano nell’evidenziare come l’integrazione di caffeina includa miglioramenti dell’attenzione e della vigilanza, dei tempi di reazione complessi, del problem solving e del ragionamento.